Prevenzione Legionella

Controllo, valutazione e gestione del rischio.








La legionella (Legionella pneumophila Brenner et al., 1979) fa parte dei batteri aerobi (utilizzano l’ossigeno dell’aria o dell’acqua per produrre l’energia necessaria alle funzioni vitali). Deve il suo nome all’epidemia acuta che nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Philadelphia, causando ben 34 morti su 221 contagiati. A favorire la trasmissione del batterio fu l’impianto di condizionamento dell’hotel dove venne isolato.
 
 


Le legionelle (61 specie) sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive (comprese quelle termali), fiumi, laghi, fanghi, ecc. Da questi ambienti esse raggiungono condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.

Obblighi di legge

Il Decreto legislativo n. 81/08 stabilisce le linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi e le misure da adottare per il controllo della legionella nei luoghi di lavoro.
L’Accordo Stato – Regioni del 2013 e 2015 (79/CSR del 07/05/2015) integra le indicazioni contenute nelle precedenti linee guida nazionali (“Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi”, G. U. 5 Maggio 2000; “Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali” e “Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi” (G.U. n 28 del 4 Febbraio 2005 e G.U. n 29 del 5 Febbraio 2005)

Le linee guida per la prevenzione

Le linee guida per la legionellosi stabiliscono che il Protocollo di Controllo del Rischio Legionella è obbligatorio per tutte le strutture potenzialmente a rischio, con riferimento a tutti gli impianti idraulici e di condizionamento.

Valutazione del rischio legionella: indagine degli impianti.
Gestione del rischio legionella: misure di contrasto alla legionella e nomina di un Responsabile per il monitoraggio e la verifica delle attività.
Comunicazione del rischio: attività informative e di sensibilizzazione rivolte ai gestori degli impianti, ai tecnici, alle associazioni di categorie a ai responsabili degli edifici pubblici.

Caso condomini

Il Nelle Linee Guida Nazionali finalizzate alla prevenzione ed al controllo del rischio legionellosi viene chiarito che nelle strutture abitative condominiali, che presentano un impianto idro-sanitario centralizzato, i gestori degli edifici stessi (l’amministratore di condominio) sono tenuti a:
• Garantire le misure di controllo sancite nelle linee guida stesse;
• Informare e sensibilizzare i singoli condomini sulla necessità e l’opportunità di adottare le suddette misure di controllo.

Le linee guida per la prevenzione

L’amministratore deve provvedere a redigere e ad aggiornare periodicamen- te il DVR (Documento di Valutazione del Rischio) Legionella riportando:
• Fattori di rischio dell’impianto;
• Il piano dei controlli periodici;
• Gli interventi di manutenzione periodica ordinaria e straordinaria dell’impianto.


 

Indagine, misure di contrasto, attività informative e di sensibilizzazione.

L’indagine si svolge ramite campionamenti effettuati da tecnici specializzati, con periodicità biennale annuale o quando la situazione richiede un monitoraggio tempestivo. Applichiamo misure di contrasto monitorando la concentrazione dei microorganismi presenti nell’acqua potabile entro i limiti stabiliti per legge.





Trasmissione all’uomo

La Legionella penetra nell’ospite attraverso le mucose delle prime vie respiratorie, le goccioline si possono formare sia spruzzando l’acqua che facendo gorgogliare aria in essa (vasche idromassaggio) o depositandosi superfici solide (fontane decorative). Le installazioni che producono acqua nebulizzata, come gli impianti di condizionamento, le reti di ricircolo acqua calda negli impianti idrico-sanitari, costituiscono dei siti favorevoli per la diffusione del batterio, per esempio all’interno delle tubazioni, specialmente se obsolete, con depositi di ristagno, o in tratti chiusi, nei serbatoi di accumulo, nei bollitori, nei soffioni della doccia e nei terminali di distribuzione.



L’infezione

Dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore compaiono febbre, malessere generale, mialgia, cefalea ed a volte tosse e gola arrossata, che si risolve in 2-5 giorni. Nei casi più gravi, può insorgere bruscamente con febbre, dolore toracico, dispnea, cianosi, tosse produttiva. Tra le complicanze dell’infezione vi possono essere: ascesso polmonare, empiema, insufficienza respiratoria, shock, coagulazione intravasale disseminata, porpora trombocitopenica e insufficienza renale.



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